23 Febbraio 2017 | Eventi, News, Scienza
5th IMCIA: focus sul Patient Blood Management
Il 5^ Congresso Internazionale Multidisciplinare sull’anemia da carenza di ferro avrà quest’anno un’attenzione particolare per il Patient Blood Management (PBM).
Il Patient Blood Management è un approccio olistico alla gestione della risorsa sangue di ogni singolo paziente per il contenimento del fabbisogno trasfusionale e il risparmio di sacche di sangue. Il concetto di PBM non è focalizzato su una specifica patologia o procedura né su una disciplina o settore specifico della medicina ma mira a gestire la risorsa “sangue del paziente”.
Abbiamo chiesto al Dott. Sandro Barni, Direttore del Dipartimento di Oncologia dell’Azienda Ospedaliera di Treviglio (BG) e presidente del congresso, di spiegarci più nel dettaglio l’argomento.
Perché si parla sempre più di PBM? Cosa è cambiato nel mondo della medicina per arrivare a parlare così tanto di prevenzione e di gestione dei costi?
«Il PBM è nato alcuni anni fa in medicina trasfusionale su indirizzo del Ministero della Salute per ottimizzare l’uso del sangue nel periodo peri e post operatorio. Trattare eventuali carenze preesistenti (supporto di ferro!), ridurre al minimo le perdite ematiche iatrogene e stimolare la eritropoiesi nel post operatorio riducendo quindi al minimo la richiesta trasfusionale è oggi un imperativo. Ciò vale soprattutto in chirurgia oncologica dove è chiaro che la trasfusione liberalizzata non è più accettabile ma anzi deleteria. Già oggi alcune esperienze in grossi centri (es. chirurgia ortopedica) hanno dimostrato che, seppur con gli incrementi di costo legati al ferro orale (non mutuabile ma acquistato dall’ospedale o dal paziente con ricetta bianca) la struttura può comunque risparmiare sangue. E ciò va a vantaggio della collettività».
Le linee guida nazionali sul PBM per il trattamento dell’anemia pre-operatoria raccomandano infatti una supplementazione di ferro per 2-6 settimane prima della procedura chirurgica e rimandano l’utilizzo dei medicinali a base di ferro per via endovenosa solo quando il ferro orale non può essere utilizzato o non funziona.
A partire da questi assunti si sono basate le decisioni relative al programma congressuale che sta incontrando un notevole interesse all’interno dell’intera comunità scientifica.
Nelle prossime settimane approfondiremo le altre tematiche principali del congresso, ovvero oncoematologia, cardiologia e nefrologia.
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