20 Settembre 2022 | News, Scienza

Carenza di ferro in IBD, celiachia e obesità

Molte malattie gastrointestinali sono causa di carenza di ferro (sideropenia), che se non corretta può facilmente portare ad anemia da carenza di ferro. L’epidemiologia della carenza di ferro in gastroenterologia si riscontra nel 10-15% dei soggetti affetti da celiachia, questa percentuale sale al 50% dei soggetti sottoposti a chirurgia bariatrica, mentre la sideropenia si riscontra in un range ampio (36-76%) nei soggetti con malattie infiammatorie intestinali (IBD).

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO), il range fisiologico dell’emoglobina (Hb) varia a seconda del genere e dell’età: uomini 14-18 g/dL, donne 12-16 g/dL e bambini 10,5-13,5 g/dL.
Quando il valore dell’Hb è inferiore ai valori sopra riportati, si parla di anemia da carenza di ferro, che viene confermata anche dalla misurazione di altri importanti parametri:

  • Ferritina, proteina di stoccaggio in grado di contenere fino a 4500 atomi di ferro (range fisiologico: 30-300 ng/mL);
  • Sideremia, che indica la quantità del ferro circolante legato ad una specifica proteina, chiamata transferrina (range fisiologico: 50-180 mcg/dL);
  • Saturazione della transferrina (%TSAT), proteina che trasporta il ferro nei tessuti e nei distretti preposti al suo utilizzo (valore fisiologico: >20%).

Quando si parla di sideropenia, invece, non sempre sono presenti alterazioni ematologiche evidenti; infatti, i livelli di emoglobina possono risultare essere nella norma, ma la ferritina e la saturazione della transferrina risultano essere basse.

Le malattie gastrointestinali possono portare ad infiammazioni croniche, limitando così l’assorbimento e l’uso del ferro da parte dell’organismo; infatti questi pazienti presentano una sideropenia funzionale (Saturazione transferrina TSAT < 20% Ferritina >30 ng/mL), ma l’integrazione di ferro orale convenzionale, di solito, non è in grado di risolvere questo problema, perché l’organismo produce delle citochine proinfiammatorie in seguito ad infiammazione, le quali stimolano la produzione e l’aumento dei livelli di epcidina, un ormone peptidico prodotto dal fegato, che agisce riducendo la concentrazione sierica di ferro.

Celiachia

La celiachia è una malattia autoimmune dell’intestino tenue, causata da un’ipersensibilità alla frazione gliadinica del glutine, proteina del cereale che si trova nel grano, nella segale e in minor quantità, nell’orzo e nell’avena. In questi soggetti la gliadina agisce come corpo estraneo che, non venendo riconosciuto dalla mucosa intestinale, promuove l’aggregazione di linfociti. Questi linfociti provocano un danno della mucosa intestinale che a sua volta degenera fino alla scomparsa dei villi.

Source: https://www.cure-naturali.it/enciclopedia-naturale/salute/naturopatia/celiachia.html

I sintomi della celiachia variano da soggetto a soggetto e tra i principali troviamo: diarrea o costipazione, sanguinamento, dolore addominale, perdita di peso, rash cutaneo dolore osseo e articolare, mal di testa, fatigue e anemia sideropenica.

Malattie infiammatorie croniche intestinali

Le Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali (MICI), note internazionalmente come Inflammatory Bowel Diseases (IBD), comprendono la colite ulcerosa e il morbo di Crohn.

Source: https://www.hopkinsmedicine.org/health/conditions-and-diseases/inflammatory-bowel-disease

I sintomi che caratterizzano il morbo di Crohn e la colite ulcerosa sono generalmente molto diversi:

  • Il morbo di Crohn più comunemente riguarda la fine dell’intestino tenue e l’inizio del colon, ma può presentarsi in qualunque parte del tratto gastrointestinale in modo irregolare. Nella maggior parte dei casi il morbo di Crohn si manifesta inizialmente con diarrea e dolori addominali localizzati specialmente nella parte inferiore destra dell’addome, che corrisponde al tratto dell’intestino in cui più frequentemente è localizzata la malattia.
  • La colite ulcerosa solitamente ha origine nel retto ma si può estendere in modo continuo e coinvolgere l’intero colon. Si manifesta quasi sempre con diarrea e presenza di sangue e muco nelle feci, cui spesso si associa una sensazione di incompleta evacuazione e anemia.

Nelle fasi di acutizzazione delle IBD possono comparire stati di malessere generale come dimagrimento, stanchezza, inappetenza e febbre. L’European Crohn’s and Colitis Organisation (ECCO) ha indicato all’interno delle sue linee guida che per contrastare la carenza di ferro in pazienti affetti da queste patologie gastrointestinali è necessario ricorrere ad un’integrazione con prodotti a base di ferro, oppure nei casi più gravi all’infusione di ferro endovenoso.

Obesità

L’obesità è uno dei maggiori problemi di salute pubblica a livello mondiale. I pazienti obesi che non riescono a perdere peso ricorrono, sempre più frequentemente, ad operazioni di chirurgia bariatrica. Tutte le tecniche di chirurgia bariatrica portano ad una significativa riduzione dell’assorbimento di nutrienti. Infatti, il ferro, la vitamina D e la vitamina B12 sono i principali nutrienti che risultano essere deficitari dopo gli interventi di chirurgia bariatrica.

SiderAL®: il Ferro Sucrosomiale®

Per contrastare gli stati di carenza di ferro, PharmaNutra spa ha sviluppato il Ferro Sucrosomiale® (SiderAL®). Questa nuova tecnologia, brevettata da Pharmanutra S.p.a., rappresenta un’innovativa formulazione orale contenente ferro, in cui il ferro pirofosfato è avvolto da una matrice di fosfolipidi ed esteri saccarici degli acidi grassi.

Il risultato di questa tecnologia porta ad un’elevata tollerabilità gastrointestinale e ad un più facile assorbimento del ferro a livello intestinale. Negli ultimi anni molte evidenze scientifiche (sia precliniche che cliniche) sono state pubblicate su riviste scientifiche internazionali che confermano l’efficacia della Tecnologia Sucrosomiale®.

La gastro-resistenza è data dalla matrice di sucrestere, come dimostrato in studi in vitro, che protegge il ferro dall’acidità del pH dello stomaco. Questo permette al Sucrosoma® di giungere intatto nella mucosa intestinale, dove viene assorbito dagli enterociti come una struttura vescicolare attraverso due vie: paracellulare e transcellulare.

Nella mucosa intestinale, oltre agli enterociti sono presenti delle cellule membranose (cellule M) appartenenti alle placche di Peyer. Studi di ricerca preclinica hanno dimostrato che anche queste cellule sono in grado di assorbire il Sucrosoma® mediante endocitosi e ne permettono l’entrata nel sistema linfatico.

Molti studi clinici in ambito gastroenterologico con Ferro Sucrosomiale® hanno permesso di dimostrare come questa tecnologia sia in grado di ristabilire i normali valori ematochimici e di garantire la normale funzionalità dei globuli rossi e dell’emoglobina.

Conclusione

L’innovazione della Tecnologia Sucrosomiale® è caratterizzata da un’ottima tollerabilità e permette l’assunzione di ferro in qualsiasi momento della giornata (con il pasto o lontano dai pasti), per lunghi periodi di tempo, e previene qualsiasi disagio comunemente associato all’assunzione di ferro, come il retrogusto metallico sgradevole, l’irritazione della mucosa gastrica, la nausea o la stitichezza.  Superando i limiti legati all’integrazione convenzionale di ferro, il Ferro Sucrosomiale® favorisce l’assunzione di questo importante nutriente in tutte le situazioni di carenza o aumento delle esigenze di ferro.

 


BIBLIOGRAFIA 

Anemia Carenza di ferro Minerali Ricerca scientifica Sucrosomiale